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I segreti della vita subacquea

Da quando abbiamo evoluto linguaggio e pensieri complessi ci siano messi a documentare la biodiversità della Terra. Il problema é che non siamo stati molto bravi per quanto concerne gli oceani. Ci sono solo 230.000 specie marine descritte contro 1.3 milioni di specie terrestri. Significa forse che gli oceani hanno meno biodiversità della terraferma?

La vita negli oceani

Sembra un po’ strano dal momento che siamo certi che la vita egli organismi complessi si siano evoluti prima di tutto negli oceani. Le specie marine hanno avuto un tempo molto più lungo per diversificarsi in confronto a quelle terrestri (diversi miliardi di anni contro poche centinaia di milioni). C’è uno spazio vitale molto più grande negli oceani rispetto alla terra. Ma perché c’è questa grande differenza numerica tra le specie registrate? La risposta ovvia é che più del 90% degli oceani è tuttora sconosciuto e non è stato mai visitato da esseri umani. Si pensa che ci possano essere centinaia di migliaia – forse milioni – di specie marine ancora sconosciute. C’è una ulteriore complicazione che gli scienziati della biodiversità spesso dimenticano. Dei 36 gruppi tassonomici di animali, chiamati phyla, tutti a parte due hanno un rappresentante negli oceani. Di questi 36, 19 si trovano solo negli oceani.

Sorge una domanda: uno qualsiasi di questi, ad esempio un particolare verme marino, vale di più in termini di biodiversità che migliaia di scorpioni della foresta pluviale?
Se non si conoscono i nomi, anche la conoscenza delle cose svanisce. In altri termini, il vero valore degli inventari non è la lista in sé, ma la conoscenza che rappresenta. Quel verme marino particolare, forse una sola specie, potrebbe rappresentare una conoscenza biologica unica maggiore delle migliaia di scorpioni della foresta pluviale. Non solo la spesso evocata ‘cura per il cancro’, ma la chiave di una visione integrata delle origini, diversità, funzioni e resilienza dell’intero ecosistema dei nostri oceani.

Come sono distribuiti e collegati gli organismi marini?

Le specie non sono distribuite in ohni luogo sul pianceta. Durante il viaggio per le isole e continenti, i naturalisti del XIX secolo come Charles Darwin e Alfred Russel Wallace sono stati ispirati dalle barriere ecologiche nella formulazione delle loro teorie evoluzionistiche. Le barriere geografiche creano isolamento riproduttivo e permettono quindi alle specie di evolversi. Ma queste idee iniziali sono state guidate per la maggior parte da osservazioni terrestri: gli oceani erano appunto le barriere.

Gli scienziati hanno iniziato a chiedersi, come sono distribuite le specie marine? Se assumiamo che gli oceani siano barriere par le specie terrestri, e la terraferma lo sia per le specie oceaniche, la risposta é ovvia. Dal momento che tutti gli oceani sono corressi tra loro, le specie
dovrebbero avere una distribuzione molto pià grande di quelle terrestri.